venerdì 3 maggio 2019

I primi a pagarne le conseguenze: gli animali

Il cambiamento climatico in atto fa un'altra vittima: la seconda più grande colonia di pinguini imperatori non esiste più. La morte è stata provocata dallo scioglimento del ghiaccio, non permettendo ai pinguini appena nati di sopravvivere, poiché non ancora in grado di nuotare. Fino a tre anni fa la baia di Halley (il luogo in cui tale specie si trova) era un ambiente ideale per una colonia. Per sessant’anni le condizioni climatiche della baia di Halley erano rimaste stabili, dando ai pinguini imperatori un posto ideale dove riprodursi. Nel 2016 le cose sono cambiate per via di una stagione particolarmente tempestosa: forti venti hanno colpito i margini della piattaforma Brunt, rendendone più fragile il ghiaccio. Per questo il ghiaccio della baia ha cominciato a spaccarsi a ottobre: la stessa cosa è successa nel 2017 e nel 2018, causando la morte di quasi tutti i giovani pinguini nati in ciascun anno. Tutto questo può farci capire meglio l’impatto che il riscaldamento globale potrà avere in futuro sull’Antartide e gli animali che la abitano. Secondo alcune previsioni, entro la fine di questo secolo il numero dei pinguini imperatori diminuirà di una percentuale compresa tra il 50 e il 70 per cento, se la parte del mare Antartico che si ghiaccia ogni anno si ridurrà come previsto dalle simulazioni climatiche che tengono conto dell’aumento delle temperature. Dobbiamo fermare tutto questo.

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